Laterizio

materiopedia

Non bisognerebbe mai smettere di chiedersi quale significato assuma la materia all’interno dell’opera architettonica. Risposte adeguate a tale domanda possono mostrare in una luce inedita i modi in cui i materiali sono stati utilizzati storicamente o lasciarne intravedere di nuovi, valorizzativi di potenzialità latenti. Le più antiche testimonianze di impiego del laterizio risalgono alle civiltà mediorientali in forma di rivestimenti sottili o di muri massivi di argilla cotta, a volte nuda e monocroma, altre addirittura smaltata e policromatica. A partire da questi primi atti costruttivi ed estetici non c’è, poi, soluzione di continuità. Siamo, oggi, di fronte ad lunghissima serie di soluzioni che si è ramificata fittamente producendo, insieme a “fioriture” e rinascenze, anche interruzioni e rami sterili. All’interno dello Stile laterizio il rapporto dialettico materia / elementi / parti / insieme evidenzia alcune peculiarità legate alla specificità dell'essere della materia. Fra l’elemento di partenza (il mattone) e l’architettura si interpongono trame articolate che assecondano generalmente le regole connettive dell’ordine murario. Trame che definiscono lo svolgimento costruttivo e quello narrativo dell’opera fornendo misure intermedie entro le proporzioni maggiori dell’architettura.
Il principio legato all’impiego dei mattoni esprime sostanzialmente un “metodo connettivo” basato sulle caratteristiche morfologiche degli elementi laterizi che si “legano” fra loro a costituire stratificazioni a volte omogenee e piane, altre compenetrare e virtuosisticamente evidenti nel piano murario. (A.A.)