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Design for Citizenship.
Processi di innovazione nella comunicazione di pubblica utilità per il progetto dei servizi

25 Maggio 2020

 

 

"The effective design of public services is itself an essential public service." [1]

L’efficace progettazione di servizi pubblici è essa stessa un servizio pubblico essenziale. Con questa incisiva proposizione si chiude il decalogo di prescrizioni emerso come sintesi della First Federal Design Assembly, nel 1973, quando Ivan Chermayeff, Richard Saul Wurman, Ralph Caplan e Peter Bradford si riuniscono sotto l’egida del Federal Council of the Arts and the Humanities al fine di coordinare il programma di design dei servizi delle agenzie federali degli Stati Uniti.

The Design Necessity è il titolo dell’assemblea, occasione in cui si asserisce la necessità del design – nel senso anglosassone di “progetto” a tutto tondo – nel contesto del progetto pubblico a qualunque scala e livello di complessità (e con esso si afferma la necessità della presenza dei designer all’interno dei percorsi di progettazione).

Come summa conclusiva si conviene che il primo servizio, fra tutti, alla comunità è proprio la progettazione stessa fondata sui principi – potremmo dire anticipando i tempi – del citizen design e del progetto partecipatoponendo al centro l’analisi profonda dei bisogni dei cittadini e la ricerca di una risposta.

 

Con il numero 10 di MD Journal si intende analizzare il contesto e i confini del progetto dove si incontrano la componente visiva dell’identità e il design di servizi di pubblica utilità, invitando alla ricerca e riflessione – teorica quanto sperimentale – il settore dei ricercatori della disciplina del design italiani e internazionali.

L’indagine ha come obiettivo l’esplorazione delle potenzialità di aggiornamento e attualizzazione degli obiettivi della comunicazione di “pubblica utilità”, nel progetto di sistemi e servizi attraverso cui istituzioni, enti, organizzazioni, con fini di pubblico interesse raggiungono le persone, i cittadini.

 

Il concetto di “pubblica utilità” [2] ha rappresentato nel quadro della cultura progettuale della comunicazione italiana, un fenomeno fondativo per il quale il design italiano è stato pioniere e guida. Dalla sua origine e nel suo sviluppo, può dirsi abbia visto fasi “alte” e “basse”, momenti di ripensamenti o aggiornamenti, trasferendo strumenti e metodologie scambievolmente tra i settori del pubblico e del privato, gli spazi comuni e condivisi, i luoghi fisici e virtuali dell’interazione.

Negli ultimi anni, in seguito alla crescente digitalizzazione dei servizi online, la comunicazione istituzionale ha conosciuto trasformazioni radicali e si ritiene che la policy della comunicazione di utilità pubblica meriti oggi una verifica, una analisi dello “stato di salute” e una verifica delle potenzialità progettuali da parte della disciplina del design.

Attualmente le tecnologie abilitanti e l’innovazione digitale introdotta sia nella sfera privata che pubblica della persona, stanno rimettendo in discussione il complesso rapporto tra cittadini e istituzioni, aprendo nuovi scenari in cui la comunicazione visiva e l’intero ambito progettuale del design grafico diventano nuovi strumenti di innovazione sociale.

La tecnologia tuttavia non è neutra per sua natura e se, da un lato, si tratta dunque di riaffermare la “necessità del design” in ogni progetto teso all’inclusione, dall’altro è indispensabile essere consapevoli della nuova e più estesa responsabilità sociale che sui designer ricade.

Lo stesso concetto di identità visiva – ovvero la forma progettata delle manifestazioni visibili, artefatte, dell’identità – è oggi caratterizzato e alimentato da metodologie e strumenti operativi che possono porre al centro gli utenti, coinvolgere gli utilizzatori, riconducendo il progetto delle identità istituzionali all’interno dei confini del pubblico interesse.

Se sugli aspetti storici e critici della grafica di pubblica utilità sono stati scritti oramai diversi contributi teorici, l’attenzione della call di MD Journal 10 si rivolge all’insieme delle prassi progettuali che il cambiamento di relazioni tra gli attori in gioco – istituzioni, enti, organizzazioni e cittadini – sta lentamente introducendo in questo ampio ambito del design.

 

La rappresentazione e veicolazione comunicativa dell’Ente pubblico, dell’Istituzione, dell’Organizzazione con finalità non meramente di profitto, svolta con appropriati strumenti, metodi e argomentazioni diverse da quelle per la propaganda di beni e merci, diventa uno strumento per poter trasmettere ai fruitori dei servizi – comunali, regionali, statali, internazionali, globali – informazioni in cui è implicita una rinnovata, diversa e motivata, “cultura” organizzativa di servizio delle istituzioni.

 

MD Journal #10 intende esplorare, focalizzandosi sugli aspetti teorico e progettuali, il contributo che il design può portare a quest’area di interesse, condividendo fra i ricercatori le trasformazioni in atto (o, solo, latenti), i metodi e gli strumenti che la disciplina sta adottando, in relazione ad alcuni focus tematici:

- design per la cittadinanza e l’inclusione;

- progetti, pratiche e servizi di digitalizzazione di pubblica utilità;

metodologie citizen centered e co-progettazione dei servizi;

- piattaforme e spazi pubblici di condivisione e co-progettazione;

- design per le emergenze;

- le conoscenze necessarie alla disciplina del design per affrontare la digitalizzazione delle identità istituzionali;

- design delle identità nel contesto della cultura e della formazione;

- design delle identità territoriali come espressione di interazione sociale;

- design delle identità e progetti di sensibilizzazione nel contesto no-profit;

- wayfinding di pubblica utilità.

 

[1] The Design Necessity, Cambridge USA, MIT Press, 1973, pp. 86.
[2] Definizione di Albe Steiner, “La Grafica degli enti pubblici”, in Linea Grafica, n. 2 e 3, 1973.

 

 

MDJournal 10
Date significative:
Presentazione full paper 30 Settembre 2020 - proroga al 10 ottobre
Accettazione e indicazioni di peer review 25 Ottobre
Per l’elevato numero di carta ricevuta, il processo di referaggio richiede tempi maggiori. Gli autori saranno contattati non appena possibile.
Consegna full paper finale rivisto 8 Novembre 2020
Pubblicazione Dicembre 2020

 

 

#10 Issue Editors:

Veronica Dal Buono, Università degli Studi di Ferrara
Gianni Sinni, Università IUAV di Venezia
Michele Zannoni, Università degli Studi di Bologna

 

Processo di pubblicazione

I ricercatori interessati sono invitati a inviare, entro il 30 settembre 2020, un full paper di 18.000-20.000 battute (comprese le note e le references bibliografiche), in lingua italiana (in lingua inglese solo nel caso di autore/i straniero/i).

Il full paper, redatto in modo chiaro, deve rispondere e aderire coerentemente al tema della Call, esplicitando l’oggetto e la finalità del contributo proposto; deve essere accompagnato da titolo e sottotitolo in italiano e inglese; 5 parole chiave in italiano e in inglese (poste ad evidenziare i punti essenziali del progetto di paper); da un abstract in italiano e in inglese (di 700-800 battute) a dalla bibliografia di riferimento redatta secondo le linee guida editoriali di MD Journal.

Il contributo dovrà essere inviato all’indirizzo mdjournal@unife.it 

 

L’accettazione delle proposte verrà comunicata ai proponenti entro il 25 ottobre 2020. In caso di accettazione saranno comunicate contestualmente le indicazioni di peer review.

La stesura finale dell’articolo rivisto dovrà essere inviata all’indirizzo mdjournal@unife.it entro l’8 novembre 2020.

La data di uscita, in e-Publishing, di MD Journal [10] 2020 è prevista per dicembre 2020; la sua fruizione è pubblica recependo la filosofia dell’open access.

Contestualmente si procederà alla stampa del volume, per l’invio agli autori e alle principali biblioteche nazionali.

 


Link alle linee guida editoriali:
http://mdj.materialdesign.it/index.php/mdj/editorial-guidelines

Link allo stile dei testi e alla scrittura:
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MD Material Design
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ISSN 2239-6063

edited by
Alfonso Acocella
redazione materialdesign@unife.it

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