Fund raising universitario

 

All’Università pubblica, storicamente intesa come luogo di ricerca e di formazione, spetta il compito di produrre innovazione culturale, scientifica, tecnologica e di essere – allo stesso tempo – serbatoio di conoscenza e testimonianza di memoria.
Oggi, in forma inedita rispetto al passato, si inizia a chiedere all’Università anche di essere presente ed attiva all’interno della società civile e dell’economia reale, esternalizzando le proprie competenze e attrezzandosi – a fronte della drastica riduzione di finanziamenti dello Stato per le attività di ricerca, di formazione o culturali – nei processi di reperimento di risorse finanziarie attraverso processi di fund raising che inevitabilmente presuppongono il concetto della “buona causa” e le leve coinvolgitive delle relazioni, della mediazione fra settore pubblico e settore privato, del trasferimento verso l’esterno di conoscenze, di approcci innovativi, di creatività, di progettualità.
Si è consci oggigiorno, allo stesso tempo, che le attività della formazione e della ricerca universitaria non possono più essere legate esclusivamente a una visione ristretta sotto il profilo territoriale ma debbano relazionarsi a una geografia di orizzonte vasto (regionale, nazionale, globale) cercando di diventare attrattive verso l’esterno.
Università pubblica e settore economico privato, quindi, vanno avvicinati, per condividere e definire insieme i profili formativi (sia culturali che professionali) e sostenere la ricerca e i processi dell’innovazione pre-competitiva.
Il territorio a cui si rivolge l’Università (con la sua specificità e le sue risorse materiali) e quello immateriale e delocalizzato dei processi cognitivi – in cui il mondo accademico esercita la propria visione astrattiva della realtà e di ricerca – sono i due poli interagenti del processo di innovazione nell’era della economia della conoscenza.
Il Laboratorio MD si muove entro tale quadro riformato della governance universitaria – caratterizzato dalla scarsità e dalla decrescita delle risorse pubbliche disponibili per la ricerca e la formazione – facendo leva unicamente sulle competenze interne, su atti creativi, sull’attrattività che è in grado di innescare rispetto ai suoi potenziali interlocutori esterni – Istituzioni, Associazioni, Fondazioni, Aziende di produzione ecc. – chiamati a sostenerlo economicamente in funzione di una visione illuminata di responsabilità sociale e di interesse all’azione innovativa connessa al ruolo strategico della ricerca e della cultura.

 

 

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