Museo Dinamico Laterizio Terrecotte

Marsciano: principale centro dell’Umbria di produzione del laterizio, città costruita in mattoni, sede della principale attività industriale operante nel settore. È questo il suo carattere costitutivo, frutto di una sedimentazione antica, di cui si trovano tracce già nell’età classica, di una vocazione di cui più evidenti segni emergono a partire dal Cinquecento, e vengono messi in evidenza nelle visite dei funzionari pontifici Cipriano Piccolpasso e Innocenzo Malvasia. Quest’ultimo, nel 1587, descrivendo le località del contado perugino scriveva: “Delle castella ve ne sono alcune come terre grosse, le prime delle quali più civili sono… Marsciano e Diruta per i lavori di terra”. Laterizio e terrecotte, la cui produzione è diffusa e ramificata in tutta l’Umbria, rappresentano così per Marsciano il filo rosso della storia cittadina, non solo di quella urbanistica ed edilizia, ma anche di quella dei rapporti commerciali ed economici, delle famiglie imprenditoriali, della stratificazione sociale. Non è dunque un caso che proprio a Marsciano ha sede il Museo Dinamico del Laterizio e delle Terrecotte. Dopo anni di dibattiti, iniziative pubbliche e private, studi e proposte, il Museo ha visto rese fruibili ai visitatori i suoi primi nuclei nel 2002 – quando sono state restaurate le fornaci di San Fortunato e Compignano – raggiungendo la sua completa funzionalità nel marzo 2004 con l’attivazione del polo museale di Palazzo Pietromarchi nel centro storico di Marsciano. A questa data il Museo, la cui attività viene programmata da un apposito Comitato Scientifico e la cui gestione è affidata alla Cooperativa Sistema Museo (che ne assicura l’apertura al pubblico e la capillare promozione nell’ambito del sistema museale regionale) si configura come un percorso espositivo diffuso sull’area di tutto il comune di Marsciano, articolato in ben 5 poli:
1) la fornace (restaurata) di San Fortunato
2) la fornace (restaurata) di Compignano
3) l’antenna museale di Compignano,
4) l’antenna museale di Spina
5) Palazzo Pietromarchi.
Un museo che guarda al territorio, capace di essere non solo testimonianza culturale, momento di costruzione dell'identità della città, ma anche “officina culturale” di riabilitazione di antichi mestieri e tecniche, di valorizzazione di una produzione industriale frutto di una vicenda plurisecolare. Allo stesso tempo un luogo di documentazione e di studio capace di proiettarsi nel territorio regionale e di organizzare un circuito museale con antenne in tutta l’Umbria, dove per lungo tempo la fabbricazione dei mattoni e delle terrecotte ha costituito una delle principali attività manifatturiere. Insomma, un museo cittadino che al tempo stesso abbia una vocazione e una capacità di attrazione regionale, che organizzi siti e tradizioni produttive che oggi rischiano di venire travolti dalle offese del tempo e dall'incuria degli uomini.