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Cavità di pietra e continuità spaziale.
L’ambiente bagno secondo Manuel Aires Mateus

27 Dicembre 2012


Manuel Aires Mateus, bagno in marmo arabescato, 2012.


«Un oggetto, salvo qualche caso eccezionale, non può essere un protagonista assoluto; deve esprimere una grande misura, ossia risultare disponibile a stabilire delle relazioni. […] Gli arredi che hanno segnato la storia possiedono notevole misura e una sorta di banalità, una parola, quest’ultima, dal significato ambiguo e che utilizzo non come sinonimo di “privo di interesse o di qualità” bensì nel senso di “disponibile alla continuità”. […] Il design implica forti contatti con la produzione artigianale e quella industriale. Per sfruttarne le potenzialità è necessario comprendere quali siano le potenzialità da loro offerte. Nel corso del processo produttivo […] è necessario si stabilisca uno stretto legame tra il progetto e chi lo realizza»1.
Questi concetti espressi da Alvaro Siza in alcune considerazioni generali riguardanti il design sono appropriati per descrivere il recente progetto integrato per l’ambiente bagno firmato da Manuel Aires Mateus.
Manuel, protagonista con il fratello Francisco di una delle più importanti esperienze professionali dell’architettura portoghese contemporanea, ha studiato una nuova collezione di elementi tecnici in pietra naturale per il bagno che sembra materializzare appieno l’idea di “misura” identificata da Siza nella “disponibilità a stabilire relazioni”; la serie, denominata Escavo, è stata sviluppata in contatto diretto con il processo produttivo grazie all’ormai consolidata collaborazione di Mateus con Pibamarmi, azienda leader nel settore del design litico.


Manuel Aires Mateus, ambiente bagno in marmo al Salone Internazionale del Bagno 2012. Schizzi progettuali e vista dell’allestimento.


Di frequente Manuel e Francisco Aires Mateus accompagnano le presentazioni dei loro progetti con fotografie di cave o paesaggi rocciosi, in cui si percepisce chiaramente l’alto valore assegnato dagli architetti non tanto alla massa in sé, vista nella sua interezza, quanto piuttosto alla forma solida erosa e scavata, e quindi al vuoto che in essa si apre2.
Come sottolineano anche queste immagini di accompagnamento fortemente evocative, la cavità - o meglio la massa in negativo - è un tema di studio ricorrente nelle architetture dei due fratelli e viene declinata una volta di più da Manuel alla scala del design nella collezione Escavo, caratterizzata da un design pragmatico, semplice e concettualmente immediato, che propone figure archetipiche di contenitori per l’acqua come il secchio, la tinozza, il catino. Si tratta di oggetti elementari, per certi versi rudimentali, che tuttavia sul bordo assumono la raffinatezza dei profili sottili e incurvati propri di certe stoviglie di porcellana.


Manuel Aires Mateus, lavabo da appoggio Bacìa, collezione Escavo, 2012 (produzione Pibamarmi).

Il progetto di design di Aires Mateus si concentra infatti sul contrasto tra essenzialità della massa e complessità del vuoto, sull’individuazione di volumi negativi svasati, disegnati secondo un profilo continuo e sinuoso, che smaterializzano monoliti troncoconici o parallelepipedi; in prossimità dei bordi le cavità così ottenute seguono un andamento flessuoso e affilato, ispirato alle forme di antiche porcellane orientali, sì arcaiche ma estremamente accurate ed eleganti nei dettagli e nelle consistenze materiche.


Manuel Aires Mateus, schizzi di lavabi e ambienti bagno in pietra, marzo 2011.

In questa sua prima esperienza di design Manuel Aires Mateus continua a rielaborare le figure care al suo mondo formale: esse prendono corpo come masse plastiche, o come volumi cavi, ottenuti attraverso un processo di asportazione di materia, nella fattispecie ancor più esplicito e ancor più enfatizzato poiché espresso in un contesto monomaterico unicamente dominato dalla presenza della pietra3.
Le cavità degli elementi, per la loro particolare sezione, giocano con la luce in una gamma di penombre e ombre che si intensificano dal bordo, quasi piano, fino al fondo, teso e incurvato; anche alla scala oggettuale il progettista affronta la complessità dei caratteri sottesi al disegno del vuoto, alle sue diversificate morfologie e dimensioni, alle sue condizioni di illuminazione e, soprattutto, alle dinamiche con cui esso viene percepito ed esperito dal fruitore.




Manuel Aires Mateus, lavabo a colonna Balde, collezione Escavo, 2012 (produzione Pibamarmi).

Dalla serie di elementi tecnici allo spazio del bagno, per Manuel Aires Mateus il design di prodotto si integra organicamente con l’interior design, approdando ad un concetto di total design dell’ambiente dedicato all’igiene e alla cura del corpo: il valore complessivo dell’azione progettuale sta ancora una volta per l’architetto di Lisbona nell’enucleazione spaziale, nell’individuazione di un ambito definito da superfici litiche in cui gli oggetti sono collocati in un rapporto di dialogo con il vuoto e con le placcature parietali che lo circoscrivono. I lavabi, le vasche e i piatti doccia non si configurano come protagonisti avulsi dal contesto, bensì come coprotagonisti addossati ai muri, o da essi parzialmente inglobati; a tratti rivelati, a tratti occultati dall’involucro in pietra delle stanze. Se è la continuità materica a dominare l’insieme, è invece una sottile linea d’ombra – data da una fresatura alla base degli elementi tecnici – a rendere leggibile in filigrana l’identità geometrica elementare di ogni singolo oggetto.

Manuel Aires Mateus, schizzi di ambienti bagno in pietra, gennaio 2012.

Da un’attenta lettura del progetto emerge con chiarezza la completa assimilazione e rielaborazione da parte di Manuel dell’architettura d’interni di Adolf Loos, filtrata ancora una volta attraverso l’opera di Alvaro Siza. In particolare gli oggetti e gli spazi per il bagno di Aires Mateus mostrano evidenti consonanze con spazi marmorizzati e pezzi di design di Siza, come gli interni della Banca Borges a Irmão (1969) o della Casa di Avelino Duarte a Over (1980-84), e come gli arredi liturgici (altare, cattedra, fonte battesimale) della chiesa di Santa Maria a Marco Canavezes (1990-96), veri e propri oggetti relazionali dai volumi nitidi ed elementari, scavati nella pietra naturale.
Negli interni di Siza, come del resto in quelli di Gonçalo Byrne4 nel cui studio i Mateus hanno mosso i primi passi da progettisti, i sontuosi rivestimenti marmorei delle case loosiane, stratificati su pilastri, “boiserie”, balze, stipiti, scale, stesure pavimentali e arredi fissi, sono riproposti a creare parati litici totalizzanti, potenti nel veicolare una continuità spaziale ininterrotta e articolata.

Manuel Aires Mateus: in alto, schizzi di bagni in pietra, marzo 2011; in basso, vasca in marmo Banheira, collezione Escavo, 2012 (produzione Pibamarmi).

In questa idea di bagno coordinato, progettato da Manuel Aires Mateus e costituito da collezioni di oggetti e da superfici litiche, è possibile trovare ricorrenze di moduli dimensionali di 35, 45, 90, 110 centimetri, a caratterizzare i bacili, i piatti doccia, le lastre di rivestimento che si distendono in verticale. Tali modularità sono finalizzate a garantire la maggiore flessibilità possibile nel poter ricoprire in continuità vani di tipologie differenti.
Come si addice alle forme scavate nella pietra, i bordi e le pareti delle vasche e dei lavabi sono pieni e netti ma non eccedono nello spessore, i volumi monolitici sono ben proporzionati, le finiture delle superfici lapidee sono levigate e setose, morbide al tatto. Ogni elemento tecnico, in forma autonoma o in composizione binata, può trovare una collocazione appropriata in un bagno esistente, ogni oggetto della collezione - di per sé rigoroso e laconico - ha una funzione precisa in un arcipelago di elementi tecnici che può essere distribuito con molteplici configurazioni in uno spazio che non necessita di un apposito dimensionamento. Al di fuori delle mode, gli oggetti di Aires Mateus non sono pensati per essere esibiti in un’ambientazione da catalogo, ma per costituire nuovi archetipi formali e funzionali, capaci di ricoprire un ruolo effettivo nel mondo reale, in una quotidianità possibile, innescando un’interazione autentica e diretta con l’utente e le sue più immediate esigenze poiché pienamente “disponibili alla relazione e alla continuità”.

di Davide Turrini

Note
1 Alvaro Siza, “Sul design”, p. 599, in Kenneth Frampton, Alvaro Siza. Tutte le opere, Milano, Electa, 1999, pp. 617.
2 Si rimanda in proposito a Juan Antonio Cortes, “Building the mould of space. Concept and experience of space in the architecture of Francisco and Manuel Aires Mateus”, El Croquis n. 154, 2011, p. 25 e p. 41.
3 Sul tema della massa monomaterica scavata si vedano anche le considerazioni dei Mateus riportate in Ricardo Carvalho, “On the permanence of ideas. A conversation with Manuel and Francisco Aires Mateus”, El Croquis n. 154, 2011, p.7 e p. 15.
4 Di Byrne si vedano in particolare gli interni marmorizzati della Banca ad Arraiolos (1982-92) e delle case Sá da Costa (1984) e Ferreira (1985-89).


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MD Material Design
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