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"Bivouac", promenade tra le opere di Ronan & Erwan Bouroullec

14 Giugno 2012

Più di mille metriquadri di esposizione, l'intera galleria del terzo piano del Centre Pompidou di Metz, avveniristica costruzione diShigeru-Ban, sono consacrati per quasi nove mesi (da ottobre 2011 a luglio 2012) all'opera di Ronan & Erwan Boutoullec. Ciò, per evidenziarne l'importanza, si svolge contestualmente ad altre due esposizioni di grande interesse: la prima, "1917", importante ed immenso racconto che focalizza l'attenzione su quell'anno del XIX secolo "rivoluzionario" in ogni suo aspetto che vide lo sconvolgimento della guerra e al contempo l'affermarsi delle avanguardie artistiche; la seconda che immette lo spettatore in un imponente e concettuale percorso tra i grandi lavori murari, superfici grafiche di estrema precisione ed effetto, realizzate da Sol Le Witt.
Simultaneamente, per la prima volta, la Francia, paese natale, dedica una mostra monografica ai due fratelli tra i creativi più richiesti del XXI secolo, "testa di ponte" della generazione dei giovani designer.
Concepita come un "Bivouac merveilleux", un esteso "accampamento delle meraviglie", l'allestimento compone per la prima volta insieme, ogni opera realizzata dai Bouroullec in un magico giardino artificiale dove ciascun oggetto dialoga con gli altri concepiti dai medesimi autori, si confronta morfologicamente e cromaticamente senza nessun altro elemento scenografico se non il lavoro dei designer. Giochi di scala tra le dimensioni del piccolo oggetto e le grandi superfici, trasparenze, sovrapposizioni avvolgenti tra grandi velari teatrali e spazi raccolti per la sosta, distendono una seducente promenadenell'antologia completa dei progetti dei fratelli francesi.

Il visitatore è invitato a passeggiare liberamente e, affascinato, percepire la quieta atmosfera conferita da queste creazioni, da questi oggetti complessi, compiuti, figli di un lungo lavorio dialettico di progetto. Come se il solido rapporto tra i Boutoullec e il loro metodo di lavoro, iter di ricerca fatto di lunghe fasi di analisi, disegno e ridisegno, discussione sulle differenti idee, epurazione fino all'emergere di quella dominante e definitiva, si respirasse dall'accurata ed esatta presentazione espositiva.
I pezzi esposti compongono una giungla mutante che evoca astratte forme naturali, ambigue, forme che giocano sull'illusione e non svelano mai con esplicita analogia il riferimento originario. Il percorso espositivo mette in evidenza la varietà delle creazioni realizzate negli anni ed anche la ricerca tra produzione industriale ed artigianale, le scelte di economia della produzione. Concetti chiave la modularità e il nomadismo conquistati con l'uso di materiali della contemporaneità, conferiscono carattere e insieme rigore alla forma. Oggetti che parlano di un universo effimero, denotato comunque dalla temporaneità, leggero e mutevole come la flessibilità della nostra epoca dove  nulla che sia scritto o progettato, rimane se stesso fino alla fine.
Doppia voce e quattro mani. Ronan Bouroullec, il maggiore dei due fratelli afferma: "arrivare, ripartire, con semplicità, pragmatismo. Amo la dolcezza delle tende barbare, degli arazzi e tappeti sotto il sole. Sono soluzioni pragmatiche, evidenti, dall'ergonomia sottile che allo stesso tempo offrono decoro e atmosfera romantica. Denotano rispetto per l'ambiente perché non lasciano traccia; raffinati, leggeri e umili.”
Erwan risponde dichiarando la propria passione per i tessuti, per i tessili che si adattano alle forme senza contraddirle.


Algues, North Tiles, Clouds, definiscono lo spazio plastico come rampicanti o membrane e consenteno all'utilizzatore di modulare il proprio spazio in un vedo e non vedo; Lianes, Blacklights aggiungono le componenti luminose; Slow Chair, Ploum, Alcove, Vegetal e Osso chair, sono solo alcune delle sedute presentate nell'esposizione. E ancora le molteplici collezioni per la cucina, il bagno, l'arredo casa.
Si approda quindi alla fine del percorso, dopo ritmate pause e piacevoli soste, a testare fisicamente i diversi ambienti, i grandi tappeti abitabili, i "nidi", le confortevoli zone di fruizione dei messaggi multimediali di spiegazione, con la soddisfatta percezione che, se pur frutto di una incessante e non conclusa ricerca, è la dimensione ludica ad abitare e animare il progetto di design.

Veronica Dal Buono

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MD Material Design
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ISSN 2239-6063

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