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Brick award 2010

19 Novembre 2010

 

Brick award 2010
Callwey, Munich 2010
240 pagine, illustrazioni a colori
testo in tedesco ed inglese

Sempre più frequentemente opere a stampa documentano il termine di competizioni internazionali, registrandone i risultati e divulgando le argomentazioni del premio e della giuria. Il volume Brick award 2010 edito da Callwey si distingue inserendo una presentazione di progetti, pur selezionati fra i candidati all’omonimo premio, all’interno di un percorso d’indagine il cui filo conduttore sono i contenuti e non la competizione fra i progetti stessi.
Wienerberger, storica azienda di produzione di laterizi, è con merito promotrice del premio e della pubblicazione. I meriti sono più d’uno, per la verità. Per primo ci si riferisce al merito d’aver pensato di sostenere il settore intero dei produttori di elementi in “cotto”, sponsorizzando un libro ed un premio a cui si lega il mondo dei laterizi nel suo insieme, senza distinzioni, indipendentemente dagli esatti elementi e dalle esatte applicazioni impiegati in ciascuna opera. Ulteriore merito risiede nell’aver elevato al livello delle costruzioni di mattoni, di blocchi, tavelle e pignatte, quelle di mattone di fango realizzato in autocostruzione e quelle di terra cruda, rispetto alle quali il legame è offerto dalla sola materia prima: ciò perché tali opere risultano ricche di spunti utili allo sviluppo prestazionale dei laterizi industriali, ed alla loro innovazione.
Precede l’illustrazione dei 40 progetti - 5 premiati ed ulteriori 35 selezionati fra gli oltre 260 candidati - un saggio sui temi della sostenibilità ambientale delle costruzioni e la presentazione di un progetto di Kazuio Sejima. Tali due contributi intendono, rispettivamente, fissare la direzione o la chiave di lettura, ed omaggiare una figura femminile della progettazione contemporanea, direttrice della Biennale di Venezia di quest’anno, rappresentativa delle tendenze attuali dell’architettura così come dell’esplosivo e dinamico orizzonte orientale dei mercati.
Il primo dei due approfondimenti bene chiarisce i punti di forza delle architetture in tecnologie laterizie rispetto ai temi della sostenibilità ambientale: la bassa quantità di emissioni di CO2 introdotte nell’atmosfera, i vantaggi inerziali espressi fin da subito dagli edifici anziché nel lungo periodo, i contenuti costi energetici complessivi.

  • Seijo Town Houses
  • La giuria durante i lavori.
  • Il progetto vincitore; Hansjorg Goritz a Vaduz.
  • Il secondo classificato; Anagram Architects a Nuova Deli, India.
  • Emilio Caravatti in Mali.
  • Alvaro Siza a Hombroich, Germania.
  • Studio Seclì a Cantello, Italia.
  • Studio Archea a Nembro, Italia.



Vincitore del Premio biennale internazionale per le migliori opere in materiali laterizi è il progetto per il nuovo Parlamento del Liechtenstein a Vaduz, a firma del tedesco Hansjorg Goritz. Si tratta di una realizzazione in cui davvero poco spazio si lascia a materiali altri ed in cui i tratti caratteristici cercano la nettezza e l’essenzialità.
Segue la descrizione dei 40 progetti, tra cui speciale attenzione ricade sull’opera di Emilio Caravatti in Mali, come sottolineato nei testi introduttivi dell’intero volume. Non solo le asperità logistiche, ma pure le naturali qualità microclimatiche offerte dal laterizio costituiscono il punto di forza di questo progetto.
Ogni architettura è presentata mediante testi critici originali ed illustrazioni professionali in grande formato. Esse esaltano anche le esili membrature in elementi speciali del raffinato progetto di Francisco Mangado per l’Expo 2008, fuori concorso.
Christoph Mackler interviene apertamente in difesa del tetto a falde con un saggio di spessore, a delineare i riferimenti culturali del tetto piano moderno, ormai concettualmente superato nelle premesse, nel tempo e nei modi. Al tema delle coperture si dedicano speciali attenzioni anche nelle pagine seguenti, con due testi. Il primo riguarda il tema del tetto nel restauro, con l’occasione del Reform Club in Westminster a Londra, modellato sulle fattezze di palazzo Farnese a Roma, ed in cui la copertura laterizia sostituisce un precedente manto in metallo, per la migliore prestazione e per la maggiore rispondenza alla citazione. L’espressività dei tetti è l’argomento del saggio conclusivo sull’opera dell’artista Barbara Krobath, capace di trasformare le falde delle coperture di scandole laterizie in tele d’architettura su cui rappresentare le proprie opere.
Completano il volume saggi specifici indaganti il progetto fuori concorso per la Rauch house in argilla cruda, l’utilizzo del laterizio nelle pavimentazioni degli spazi pubblici, il restauro di una nota abitazione privata di Frank Lloyd Wright, la tradizione del mattone nell’architettura russa.

  • Padiglione spagnolo all’Expo 2008
  • La sostenibilità secondo le "4 e"
  • Christoph Mackler a Francoforte sul Meno, Germania
  • Un'opera di Barbara Krobath



Alberto Ferraresi


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MD Material Design
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ISSN 2239-6063

edited by
Alfonso Acocella
redazione materialdesign@unife.it

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