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Lectio magistralis di Diébédo Francis Kéré

19 Novembre 2012

 

 

Diébédo Francis Kéré
4 giugno 2012, Palazzo Tassoni Estense, Ferrara

Nell’ambito degli eventi celebrativi del ventennale della Facoltà di Architettura di Ferrara, il 4 Giugno i prestigiosi ambienti di Palazzo Tassoni hanno ospitato la lezione dell’architetto africano Diébédo Francis Kéré. Un occasione per avvicinarsi all’opera di un professionista che rappresenta il più mirabile esempio di self made man, dal villaggio tribale in cui è nato nel Burkina Faso 45 anni fa allo studio berlinese, da cui oggi opera in tutto il mondo.
L’ispiratore del Ventennale XFAFX, prof. arch. Acocella, ha introdotto sentitamente l’opera di Kéré situandola nell’ambito di percorso comunicativo e didattico che, attraverso gli eventi proposti - mostre, conferenze, lezioni magistrali…- da un anno intende avvicinare studenti e professionisti all’opera di protagonisti della ricerca architettonica di altissimo profilo internazionale. L’opera di Kéré si colloca come un approccio
personale, declinato con umiltà attraverso il profondo legame con la terra natìa, con le tradizioni costruttive locali, con i materiali naturali (argilla e laterizio cotto in particolare) e attraverso la condivisione “empatica” del processo costruttivo con la comunità. Un “fare architettura” all'insegna della semplicità, dunque, assecondando un approccio “contro corrente” rispetto alle tendenze autoreferenziali e glamorous di tante
opere contemporanee.
Nicola Navone, in rappresentanza dell’Accademia di Architettura di Mendrisio promotrice del prestigioso premio internazionale BSI Architectural Award di cui Kéré è risultato il vincitore della seconda edizione (2010), ha illustrato i principi ispiratori dell'iniziativa - nata nel 2007 grazie alla volontà di un ente bancario ticinese indirizzato a celebrare il proprio cinquantennio di attività - che si è proposta di divulgare a livello internazionale l’opera di architetti under 50 che “avessero dato, con la loro opera, un contributo significativo all’equilibrio ambientale”.
I partecipanti al premio biennale vengono selezionati da advisors tra professionisti non appartenenti alla "passerella" colorata e seducente delle archistars” ma attivamente impegnati nel promuovere una concreta sostenibilità non solo ambientale ma anche economica e sociale degli interventi. Il vincitore è selezionato da una autorevole giuria internazionale, presieduta da Mario Botta. I risultati delle competizioni sono pubblicati su prestigiosi volumi e oggetto di esposizioni: l’opera di Kéré è illustrata efficacemente nella mostra allestita, in occasione della conferenza, al piano terreno di Palazzo Tassoni Estense (* l’indicazione bibliografica delle pubblicazioni inerenti i premi BSI Architectural Award è indicata di seguito).

  • Mostra BSI Swiss Architectural Award 2010 negli Spazi di Palazzo Tassoni Estense
  • Mostra BSI Swiss Architectural Award 2010 negli Spazi di Palazzo Tassoni Estense
  • Mostra BSI Swiss Architectural Award 2010 negli Spazi di Palazzo Tassoni Estense
  • Mostra BSI Swiss Architectural Award 2010 negli Spazi di Palazzo Tassoni Estense
  • Mostra BSI Swiss Architectural Award 2010 negli Spazi di Palazzo Tassoni Estense
  • Mostra BSI Swiss Architectural Award 2010 negli Spazi di Palazzo Tassoni Estense

Gabriele Lelli ha presentato criticamente la figura di Kéré con sincero apprezzamento nei confronti non solo del “professionista” ma anche dell’”uomo”, due identità strettamente interconnesse nel caso dell’architetto africano. Spinto dal desiderio insopprimibile di perseguire un’istruzione - nonostante le concrete difficoltà nel villaggio natìo, privo di scuole - fin da piccolo Kéré si trasferisce lontano da casa dapprima per apprendere il mestiere di falegname e, successivamente, in un altro paese culturalmente molto diverso dal suo, la Germania, dove con passione e fiducia si mantiene agli studi prima serali poi universitari lavorando come falegname. Dopo la laurea, Kéré ritorna nel suo paese, con l’obiettivo di consegnare alla comunità di origine quell’opportunità di educazione, e quindi di crescita personale, che per lui da sempre è stata un obiettivo prioritario. Fonda così l’associazione Schulbausteine f?r Gando per raccogliere fondi allo scopo della costruzione di una scuola nel villaggio natio e avviare un processo di formazione della comunità alla cooperazione e all’autocostruzione. Agli abitanti/operatori vengono forniti strumenti per acquisire abilità al lavoro attraverso l’adozione di pratiche antiche e consolidate, integrate con gli accorgimenti più contemporanei necessari per raggiungere, in situazioni climatiche estreme e in condizioni di minimo budget, le più elevate prestazioni conseguibili in termini di comfort igrotermico e sostenibilità ambientale.
Il lavoro diventa, in questo processo corale, un’occasione di coesione per la comunità, che apprende come l’innovazione e lo sviluppo passino necessariamente attraverso la condivisione e la solidarietà.
L’opera di Kéré è indissolubilmente aderente alla realtà materiale, sociale, e trasmette una lezione densa di significati in un mondo sempre più caratterizzato dalla transitorietà, dall'effimero e dalle mode; racconta una bella storia in cui l’architettura recupera i valori etici e sociali senza disconoscere la necessità della qualità tecnica e compositiva; suggerisce ai progettisti di oggi di “lasciarsi andare”, “di essere sé stessi”, di ricercare il fondamento etico del lavoro di architetto nel confrontarsi, con spirito privo di preconcetti, con la realtà e con tutte le problematiche ad essa connesse.

  • Lectio magistralis Diébédo Francis Kéré
  • Lectio magistralis Diébédo Francis Kéré
  • Lectio magistralis Diébédo Francis Kéré
  • Lectio magistralis Diébédo Francis Kéré

Diébédo Francis Kéré

Kéré rivela nei gesti, nelle movenze e nelle parole un’umiltà e un entusiasmo che lo rendono una figuranaturalmente carismatica.
Ama l’italiano ma dice di non avere tempo per impararlo e così parla con un inglese sicuro e impregnato da un forte accento africano. Ringrazia con calore i professori Acocella e Lelli, e Nicola Navone, che l’hanno accolto con stima, del cui discorso iniziale non ha potuto capire i contenuti ma che sicuramente apprezza:
poi, con lo spirito cordiale che accomuna spesso la gente d’Africa, aggiunge ironicamente che “a volte è meglio non capire tutto”. Ringrazia gli organizzatori dell’evento, i promotori del premio che gli è stato conferito, chi “lo ha portato in giro per la città”, e si dispiace di cuore per il terremoto che di recente “ha portato via tante persone”. Poi con la stessa sincerità, aggiunge di “essere felice che il pubblico presente sia
salvo”.
Dopo la breve introduzione, Kéré trasporta con le parole e con le immagini a Ouagadougou, in Burkina Faso, suo paese d’origine. L’alta densità dell’abitato - 2 milioni di abitanti ma il numero reale non è assolutamente quantificabile - tradisce un inurbamento incontrollato e le conseguenti problematiche della deregulation, dell’abusivismo, della povertà. Un paese dove avere una casa con i servizi essenziali - acqua, luce, gas - e potere studiare restano un sogno irrealizzato per molti e gli investimenti sul futuro tradiscono piuttosto il soddisfacimento di bisogni immediati, come trovare un po’ d’acqua e un lavoro che consenta di mangiare per qualche giorno.
Il Burkina Faso, come molti paesi africani, ha una “natura” dominante: è la natura che fornisce i materiali principali della costruzione, come la paglia e l’argilla. Da sempre l’argilla è utilizzata come anima dell’architettura locale, dall’estrazione, alla miscelazione, all’edificazione vera e propria.
Inoltre, la pratica del lavoro cooperativo è ampiamente diffusa, soprattutto in contesti rurali, come occasione per il consolidamento dei valori comunitari: lavorare insieme, condividere le problematiche e individuare collegialmente le soluzioni per risolverle è un meccanismo che induce a una presa di coscienza del sé come parte portante ed essenziale di una società.
A questi aspetti culturali del suo paese di origine Kéré fa riferimento nelle sue realizzazioni a Gando.
Il villaggio è disperso in una wasteland riarsa dal sole, senza elettricità, né acqua potabile, né scuole. E’ da lì che a 7 anni il piccolo Francis, grazie allo sguardo lungimirante del padre, parte per andare a studiare in una scuola a 20 km dal suo villaggio, “per non restare analfabeta, per potere leggere libri, per costruirsi un futuro”.
Da allora, il sogno di Kéré è stato quello di garantire alla sua gente una possibilità di riscatto, attraverso un impegno etico prima ancora che professionale teso a costruire nella sua terra le infrastrutture principali per un concreto sviluppo sociale ed economico: le scuole.
Non è infrequente incontrare in Burkina Faso costruzioni improvvisate o prive di quegli accorgimenti necessari per garantire adeguate condizioni fruitive: così, ad esempio, le scuole sono “scatole” cocenti e claustrofobiche, dove l’apprendimento diventa una difficile prova di resistenza al calore, all’umidità, al sovraffollamento (addirittura fino a 150 studenti nella stessa aula).
Grazie alla fondazione ideata da Kéré, è stata realizzata a Gando la prima scuola, una straordinaria occasione di responsabilizzazione della collettività grazie al lavoro condiviso e alla divulgazione di tecniche edificatorie e sistemi costruttivi naturali ed efficaci, finalizzati alla sicurezza statica, alla ventilazione naturale, all’ ombreggiamento, al controllo dell’umidità. Nel processo costruttivo Kéré ha dovuto affrontare la difficile comunicazione di contenuti non sempre immediati a persone purtroppo spesso prive della più basica istruzione: così, si è armato di schizzi e modelli in grado di essere facilmente comprensibili, per poi lasciare alla comunità la facoltà di entrare nel merito delle scelte cromatiche e di dettaglio.
Dopo la prima scuola sono venuti gli altri edifici, frutto di una “gestazione” collegiale e realizzati secondo il medesimo approccio culturale improntato sulla cooperazione e finalizzato alla sostenibilità sociale, ambientale ed economica dell’opera: le abitazioni per insegnanti, dotate di appartati spazi verdi e di un sistema apposito per la raccolta delle acque piovane da utilizzare nella stagione secca per la coltivazione
degli orti (materia oggetto di insegnamento a scuola); la biblioteca, intesa come una “piccola casa dei libri”; l’ampliamento della scuola che oggi ospita quasi 600 studenti.
Kéré illustra poi con passione altri suoi interventi di cui vengono efficacemente spiegati i principi ideatori, le tecniche costruttive, i criteri progettuali: il National Park del Mali, esito di un concorso, dove viene realizzato il complesso di edifici ricettivi (museo, negozi, ristorante); il Centre de l’Architecture en Terre de Mopti, Mali, realizzato su una porzione di terra “rubata” all’acqua; l’Opera House in Burkina Faso, un paese che, seppure tra i più poveri del mondo, vanta una consolidata tradizione di cultura cinematografica e teatrale.
Oggi Kéré, dal suo studio berlinese, lavora in tutto il mondo affrontando con la stessa umiltà delle origini le varie tematiche progettuali e culturali che gli vengono proposte, con la curiosità intellettuale che lo spinge a volere imparare da ogni luogo qualcosa di sempre nuovo e stimolante.
E’ con questo spirito che l’architetto africano si congeda, con il medesimo contagioso entusiasmo che traspare dall’ultima immagine proiettata: un team di giovani collaboratori tra cui campeggia, al centro, un Kéré sorridente che impugna un mattone, simbolo stesso di una architettura della sincerità e della concretezza.

Chiara Testoni

Riferimenti bibliografici inerenti il premio
BSI Swiss Architectural Award 2010 a cura di Nicola Navone, Silvana Editoriale-Mendrisio Academy Press,
Milano-Mendrisio 2010, 24 x 24 cm, 184 pp., 411 ill. col., 101 ill. b/n, brossura con cofanetto, italiano/inglese
BSI Swiss Architectural Award 2007-2008 a cura di Nicola Navone, Mendrisio Academy Press, Mendrisio
2008, 24 x 24 cm, 196 pp., 326 ill. col., 92 ill. b/n, brossura con cofanetto, italiano/inglese

Links di approfondimento
http://www.materialdesign.it/it/post-it/diebedo-francis-kere_13_288.htm
http://www.materialdesign.it/it/post-it/bsi-swiss-architectural-award_13_289.htm
http://www.materialdesign.it/it/post-it/lectio-magistralis-diebedo-francis-kere-mostra-bsi-swiss-architectural-award-2010-_13_286.htm
http://www.kerearchitecture.com/
http://www.bsi-swissarchitecturalaward.ch/

 

 

 

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