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Travertino di Siena

16 Febbraio 2011

“Travertino di Siena”
Alfonso Acocella e Davide Turrini (a cura di), contributi di Alfonso Acocella, Alessandra Acocella, Luig Alini, Sara Benzi, Alberto Ferraresi, Anna Maria Ferrari, Emanuela Ferretti, Davide Turrini, Raffaella Zizzari
Alinea, Firenze 2010
303 pagine
illustrazioni a colori,
testo in italiano con traduzione in inglese

Davvero un’opera ciclopica quella che il Professor Alfonso Acocella dell’Università di Architettura di Ferrara e Davide Turrini hanno ideato e realizzato - con i contributi di brillanti docenti, ricercatori, architetti e tecnici specialisti nel settore litico - con la pubblicazione di questo intenso volume di notevole spessore scientifico e culturale.
La sfida intellettuale nasce dalla volontà di divulgare la ricchezza del panorama litologico italiano ai fini di consolidarne una più diffusa conoscenza, attraverso una meticolosa investigazione delle qualità tecnico costruttive del materiale, dei processi lavorativi e produttivi ad esso sottesi, delle sue possibilità estetico-figurative applicabili al design e all’architettura.
La pietra costituisce una straordinaria ricchezza in termini di caratterizzazione identitaria della cultura progettuale e costruttiva italiane.  Al travertino, dal termine latino “lapis tiburtinus” ovvero “pietra di Tibur” - la Tivoli odierna, dove si trova uno dei più antichi giacimenti - è associata quasi automaticamente l’immagine di pietra rappresentativa dell’architettura romana imperiale e quindi, per estensione, di simbolo dell’”italianità” nel mondo.
Il territorio senese, e in particolare quello di Rapolano Terme, è uno dei principali bacini estrattivi nazionali, insieme ad Ascoli Piceno in Abruzzo e all’ambito di Guidonia-Montecelio e Tivoli in Lazio.

Fronti estrattivi di cava a Serre di rapolano. (ph. Vaselli marmi s.n.c.)


A questa straordinaria pietra si associano, come conferma la sua presenza plurisecolare nelle costruzioni, elevate caratteristiche di lavorabilità, resistenza meccanica e soprattutto durevolezza. La struttura macroporosa, che differenzia profondamente questo da altri litotipi quali marmi e arenarie, consente ai cristalli di neoformazione per precipitazione dei sali solubili di dilatarsi sufficientemente nei vuoti naturali del materiale, evitando così di esercitare pressioni interne e dare vita a consequenziali processi degenerativi.
Alle considerevoli prestazioni tecniche, legate alla massività e alla resistenza del materiale, si associa una notevole versatilità figurativa: a seconda dell’esposizione alla luce, agli agenti atmosferici e del conseguente processo di ossidazione dei sali ferrosi contenuti nella struttura vacuolare del materiale, il travertino si distingue come materiale “vivo” e polimorfico, in cui l’”epidermide” acquisisce vibranti e sempre mutevoli caratteri espressivi.
Attraverso un percorso rigoroso ed esaustivo, il testo esplora l’universo materico del travertino, ed in particolare modo - nell’ambito delle ventitré varietà tipologiche diffuse in ambito nazionale - di quello senese. Il volume affronta, attraverso un chiaro e accurato apparato grafico-iconografico, diverse tematiche di ordine sia propriamente tecnico-specialistico sia descrittivo, dall’evoluzione nell’uso del materiale nel tempo, all’analisi delle specifiche fisico-chimiche ad esso ascrivibili, alla storia produttiva del comprensorio estrattivo e lavorativo rapolanese, all’esame delle possibilità applicative in ambito tettonico (in qualità di muro, rivestimento, pavimentazione).

Stratigrafie di travertino nel Parco dell'Acqua Borra a Castelnuovo Berardenga. (ph. Enrico Geminiani)


Dall’ambito termale, a quello “monumentale”, a quello dell’arredo urbano e del design, all’architettura, vengono infine illustrati diffusi esempi di opere contemporanee in cui si coglie come la pietra per sua natura esplichi un profondo dualismo tra aspetti a volte opposti: duttile ma resistente, tradizionale ma profondamente contemporanea, il travertino  è un anello di “congiunzione” - come afferma Luigi Alini - tra la “materia”, con la sua gravità, e il “mondo delle idee”; tra mondo terreno, costruito, “immanente”, da un lato, e Iperuranio concettuale, impalpabile e “trascendente”, come avrebbe detto Platone, dall’altro.
 
Chiara Testoni


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ISSN 2239-6063

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Alfonso Acocella
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